Transizione Ecologica Cercasi Complici
Alcune aziende del nostro Paese, stanno facendo dell’economia circolare il loro principale schema di sviluppo.
Le risorse naturali ed energetiche del nostro pianeta non sono infinite. Su questo pensiero si fonda la cosiddetta economia circolare: un modello di progresso che punta a limitare gli sprechi, specialmente i rifiuti. Sono nate delle associazioni che riuniscono una serie di aziende impegnate nella promozione della scienza circolare. Si interpreta questa modello strutturale come un “traguardo” che verrà conquistato appieno solo quanto l’industria italiana e lavoratori italiani, noteranno appieno i suoi vantaggi.
C’è però un sentimento che tende la mano a questa manifestazione. Chi consuma ha occhi nuovi, cambia atteggiamento ed è interessano sempre più alla storia di un prodotto. L’altra grande opportunità è data dal fatto che le materie prime sono finite e costano sempre più, soprattutto in Italia che le importa. Perciò rivalutare materia prima a km zero può essere un grande vantaggio competitivo che può convenire anche ai lavoratori.
Pur essendo un precursore nell’adozione dei modelli dell’economia circolare, l’Italia rischia già di rimanere indietro. Infatti tutto il vantaggio che l’Italia ha conquistato negli anni passati, secondo le statistiche dell’ultimo anno, lo si sta già perdendo.
La plastica è uno dei materiali notoriamente più inquinanti, finisce per formare addirittura isole galleggianti negli oceani. Per rientrare nel discorso del sistema circolare è necessario esserne pienamente coinvolti. La conversione della nostra azienda punta a ridurre l’impiego dalla plastica vergine, riutilizzando contenitori d’inchiostro a fine ciclo scongiuriamo gli annessi e connessi legati alla produzione di manufatti ex novi, con evidenti benefici per l’ecosistema.
Neanche da noi non mancano però esempi di economia circolare di “facciata”. In modo sempre più crescente da qualche anno a questa parte, in nome dell’“ambiente” costruttori di stampanti e di macchine affrancatrici incentivano i clienti a rendere le cartucce esauste. Nobile, iniziativa che tuttavia, secondo alcuni ben informati non si traduce sempre in un vero e proprio effetto di riciclo circolare. Molti costruttori infatti vedono infatti la raccolta come un vessillo che cela piccole strategia di marketing. Si tende a promuovere la riduzione cartucce esauste nel mercato, per fare arrivare meno munizioni nelle mani della filiera che rifornisce a sua volta i concorrenti, impegnati nelle rigenerazione di serbatoi d’inchiostro esausti.
Impegnarsi per il recupero delle cartucce esauste col fine di ricondizionarle all’uso iniziale è materia un tantino diversa.
La nostra vocazione d’impresa ha coinciso con il green che in fondo da sempre ci anima. Gli esordi con le produzioni a disegno per le multinazionali delle affrancatrici, poi il nostro catalogo composto principalmente da cartucce per affrancatrici rigenerate. Facciamo tesoro delle esperienze, cercando di trarre soddisfazione dal quotidiano dando finalmente sfogo a tutta la nostra creatività.
Se poi alcuni clienti si spingono a dichiarare che le nostre «Cartucce affrancatrici rigenerate hanno una resa simile alle originali», la parola basta ad alimentare ulteriormente la voglia di fa bene.
Esistono numerosi altri esempi di virtuosismo nazionale in termini ecologici. In Calabria troviamo un’economia verde che crea opportunità professionali anche per persone diversamente abili. E’ il caso della cooperativa sociale “Felici da Matti“ di Roccella Jonica in Calabria, che sviluppa green economy dal 2003.
L’ispirazione degli amici calabresi si basa sulla conversione degli oli alimentari esausti della regione per il riciclo, a favore di sapone di creazione artigianale. Il sapone di Roccella conserva le tradizioni antiche ed è aromatizzato al bergamotto senza l’aggiunta di diavolerie chimiche. Felici da matti produce una linea di articoli ecologici che supportano la transizione ecologica generando economia di zona, peraltro anche beneficio di tutti i contribuenti dello stivale (meno redditi di cittadinanza).
Il loro è un campione di parsimonia circolare avanzata che senza contributi di Roma, genera business e occupazione. Questa cooperativa guarda con occhi lungimiranti e green i bisogni del pianeta.
A l’Aquila invece l’associazione Aura si occupa del rottamaggio dei TV usati prelevati dal circondario. I dispositivi a fine vita vengono processati in modo da recuperare tutto ciò che è riutilizzabile o riciclabile. Metalli pregiati, plastica e altre raffinate materie prime che salvate dal macero, verranno riutilizzate. Un ottima prova circolare e allo stesso tempo anche una piccola rivincita dell’arte del sapersi reinventare.
L’economia circolare però non si propaga in modo universale, ci sono anche interessi contrastanti. Chi rigenera le cartucce da stampa esauste ama il bio, mentre chi vende le stesse cartucce nuove di fabbrica, sotto sotto vorrebbe eliminare il fenomeno della rigenerazione. Il mercato del lavoro è variegato, alcuni fanno impresa e s’inventano 10 idee nuove al giorno, altri agiscono di rimessa. Prospettive a parte, la sfida ecologia resta una cosa alquanto seria. Parlarne è il primo passo.
La complicità è il sale del cambiamento per la transizione ecologica in difesa l’ambiente, la cosa migliore sarebbe fare squadra e concepire l’altra industria, i cui effetti ricadranno su chi verrà dopo di noi.